"Raoul Bova richiede copyright per 'occhi spaccanti' in messaggio a Martina Ceretti"
Raoul Bova richiede il copyright per la frase "occhi spaccanti" in un messaggio a Martina Ceretti, segnando un passo importante nel mondo della proprietà intellettuale nel 2025

Raoul Bova richiede il copyright per “occhi spaccanti” in un messaggio a Martina Ceretti

Raoul Bova e la richiesta di copyright

Il celebre attore italiano Raoul Bova ha recentemente intrapreso un’azione legale inaspettata, mirando a ottenere il copyright per l’espressione “occhi spaccanti”. Questa frase, originariamente utilizzata in un messaggio vocale indirizzato alla modella Martina Ceretti, ha rapidamente guadagnato popolarità sui social media, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno virale, alimentato da meme e battute. La questione ha attirato l’attenzione di pubblico e media, sollevando interrogativi sui diritti di proprietà intellettuale nell’era digitale.

Nei primi giorni di agosto 2025, i legali di Bova hanno presentato all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi una serie di frasi estratte da messaggi vocali su WhatsApp. Attualmente, questi contenuti sono oggetto di indagine da parte della Procura di Roma, che sta valutando la possibilità di un reato di tentata estorsione ai danni dell’attore. Tra le frasi in esame, spicca “occhi spaccanti”, condivisa da Bova con Ceretti, la quale ha successivamente divulgato il contenuto dei messaggi tramite Fabrizio Corona. Un’altra espressione depositata è “Buongiorno essere speciale, dal sorriso meraviglioso”.

La strategia legale di Raoul Bova

L’avvocato di Bova, Annamaria Bernardini De Pace, ha chiarito che l’intento di questa iniziativa legale è di prevenire la diffusione non autorizzata dei contenuti audio. Secondo quanto riportato, il fascicolo è attualmente in fase di esame presso l’ufficio Brevetti, e si prevede che il processo di revisione possa richiedere alcune settimane. Se l’ufficio dovesse concedere il permesso, le frasi in questione non potranno essere utilizzate senza il consenso di Bova, con potenziali sanzioni legali per chi le utilizzerà indebitamente.

Questa situazione ha acceso un ampio dibattito sui diritti di proprietà intellettuale, specialmente in un’epoca in cui i contenuti virali possono diffondersi in modo incontrollato. La protezione delle espressioni utilizzate in contesti privati, come i messaggi vocali, solleva interrogativi su come le leggi attuali possano adattarsi a una realtà digitale in continua evoluzione. La questione di come tutelare la creatività e l’originalità in un mondo in cui tutto può diventare virale è più attuale che mai.

Il fenomeno virale e le reazioni del pubblico

L’espressione “occhi spaccanti” ha rapidamente conquistato il web, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno culturale. I social media si sono riempiti di meme e battute, e le reazioni del pubblico sono state varie. Mentre alcuni sostengono il diritto di Bova di proteggere le sue parole, altri criticano l’idea di brevettare frasi che sono ormai entrate nel linguaggio comune.

Questo caso non è isolato; rappresenta una tendenza crescente tra le celebrità che cercano di controllare e proteggere la propria immagine e le proprie parole in un’epoca in cui la privacy è sempre più difficile da mantenere. Le azioni di Bova potrebbero stabilire un precedente significativo per il futuro della proprietà intellettuale, specialmente nel contesto dei social media, dove le espressioni possono diffondersi rapidamente e senza un chiaro controllo.

La vicenda continua a svilupparsi, con l’attesa che l’ufficio Brevetti prenda una decisione che potrebbe avere ripercussioni sul modo in cui le frasi e le espressioni vengono utilizzate nel mondo digitale. La questione di come tutelare le parole e le idee in un’era di condivisione istantanea è più che mai attuale, e il caso di Raoul Bova potrebbe rappresentare un punto di svolta in questo dibattito.