Il Maschio Angioino, simbolo storico e architettonico di Napoli, si prepara a una trasformazione affascinante. Entro la fine del 2026, il fossato e le aree circostanti diventeranno un parco archeologico aperto a tutti, cittadini e turisti, senza alcun costo. Questo progetto ambizioso, sostenuto dall’assessorato comunale alle Infrastrutture, mira a coniugare il fascino dell’antichità con le esigenze della vita moderna, creando uno spazio culturale che racconta secoli di storia napoletana in modo inclusivo e coinvolgente.
Il maschio angioino: un simbolo che attraversa i secoli
Il Maschio Angioino, noto anche come Castel Nuovo, è un testimone silenzioso della storia di Napoli, le cui origini risalgono all’epoca greca e si estendono fino al Novecento. Non è solo una fortezza, ma un simbolo di identità per la città. Negli ultimi anni, la sua popolarità è aumentata notevolmente: nel 2024 ha accolto oltre 156mila visitatori, con più di 117mila ingressi solo tra gennaio e luglio del 2025. Questi dati confermano il suo ruolo di attrattore culturale e turistico. Con il nuovo progetto di trasformazione, il Maschio Angioino intende rafforzare ulteriormente questa posizione, creando un ambiente che integra il patrimonio storico con l’urbanistica contemporanea. L’obiettivo è farne uno dei principali poli culturali del Mediterraneo, offrendo un’esperienza gratuita e accessibile a tutti.
Due anime del progetto: il parco archeologico e la galleria museale di piazza municipio
Il fulcro di questo intervento si articola in due componenti fondamentali. Da un lato, si svilupperà un parco archeologico all’aperto, dove i visitatori potranno passeggiare tra mura e resti che raccontano l’evoluzione della città nel corso dei millenni. Qui, sarà possibile osservare le trasformazioni architettoniche e urbane, seguendo un percorso che attraversa la storia dall’epoca greca fino al Novecento.
Dall’altro lato, si prevede la creazione della Galleria Museale di Piazza Municipio, che sarà integrata nella stazione metropolitana, una delle più frequentate di Napoli. Questo spazio espositivo ospiterà reperti rinvenuti durante gli scavi per la metropolitana: ceramiche, maioliche, pezzi di cordame e cuoio, tutti testimoni della vita quotidiana di epoche passate. La posizione strategica di questo museo, immerso nel flusso urbano, trasformerà un semplice luogo di transito in un viaggio nella memoria storica della città, dando nuova vita a un patrimonio spesso nascosto sotto la modernità.
Le imbarcazioni romane e la sfida di una esposizione pubblica
Un elemento centrale del racconto archeologico sarà rappresentato dalle quattro navi romane scoperte durante gli scavi. Due di queste, più piccole, sono già state restaurate e potrebbero presto essere esposte al pubblico. Le altre due, di dimensioni maggiori, presentano sfide logistiche ancora da risolvere. Sebbene il loro allestimento sia incerto, il loro ritrovamento sottolinea un legame storico profondo tra Napoli e il mare, testimone di secoli di navigazione e commercio.
Gli oggetti più piccoli, come ancore e strumenti nautici, saranno esposti nella Galleria Museale, arricchendo il percorso e offrendo ai visitatori frammenti tangibili di storie antiche legate alle rotte marittime.
Un collegamento verticale tra castello e metropolitana per una visita senza interruzioni
Tra le novità in arrivo, si distingue l’installazione di un ascensore nel torrino di guardia del fossato del castello. Questo collegamento verticale, noto come “uscita fossato”, è stato progettato in collaborazione con la Sovrintendenza e permetterà di passare direttamente dal parco archeologico alla stazione metropolitana lato porto. Grazie a questa integrazione, i visitatori potranno muoversi con facilità tra l’antico e il moderno, salendo dalle gallerie sotterranee fino alle antiche fortificazioni. Il risultato sarà un’esperienza fluida, capace di mettere in dialogo le stratificazioni storiche con la vita urbana contemporanea.
Le planimetrie ottocentesche per arricchire la narrazione storica dei luoghi
Il progetto prevede anche l’esposizione di planimetrie storiche provenienti dall’archivio del Risanamento ottocentesco, come suggerito da Gaetano Bonelli, direttore del Museo di Napoli – Collezione Bonelli. Queste mappe illustrano come si presentava la piazza e le fortificazioni alla fine dell’Ottocento, creando un confronto potente con le rovine visibili oggi. Per il visitatore, si aprirà un quadro stratificato che unisce archeologia, cartografia e memoria collettiva, offrendo un nuovo modo di interpretare la storia di Napoli attraverso la sovrapposizione di immagini e realtà fisiche.
Un investimento culturale e turistico con visione per il futuro di napoli
Il recupero del Maschio Angioino e la realizzazione della Galleria Museale si fondano su un piano di finanziamenti ben strutturato. Il Ministero della Cultura, insieme alla Città Metropolitana, ha stanziato risorse significative, con un milione e mezzo di euro dedicati solo all’allestimento della Galleria. Questo intervento va oltre il semplice restauro: l’obiettivo è rilanciare Napoli come meta culturale e turistica, offrendo un percorso di grande valore senza barriere di accesso. La gratuità dell’itinerario apre a un pubblico più ampio, favorendo nuovi flussi di visitatori e contribuendo a consolidare l’immagine della città come capitale culturale del Mediterraneo nel 2025 e oltre.