Elie Sultan, un cittadino francese di 52 anni , ha recentemente raccontato la sua esperienza traumatica in un’intervista con l’agenzia di stampa Adnkronos . La sua storia ha inizio in un autogrill a Lainate , vicino a Milano , dove, domenica 22 marzo 2025, ha subito un’aggressione violenta davanti al figlio di sei anni. Nonostante l’accaduto, Sultan ha affermato con orgoglio di non voler rimuovere la sua kippah , simbolo della sua identità ebraica. “Sono orgoglioso di essere ebreo”, ha dichiarato, evidenziando la sua intenzione di tornare in Italia per dimostrare al suo bambino che non tutti gli italiani nutrono sentimenti antisemiti.
L’aggravante aggressione
Questo episodio ha avuto un impatto profondo su Sultan e sul suo piccolo, spingendoli a considerare l’opzione di un supporto psicologico. Parlando dalla Francia, dove la famiglia è tornata il 21 marzo, Sultan ha descritto il suo stato d’animo, segnato da rabbia e trauma . La procura di Milano ha avviato un’inchiesta contro ignoti, accusando i responsabili di percosse aggravate dall’odio razziale . Dopo la diffusione di un video dell’aggressione, girato da lui stesso all’interno dell’autogrill, Sultan ha ricevuto numerosi messaggi di odio sui social media. “Mi sono esposto, sono facilmente riconoscibile, ma io non mi nascondo”, ha affermato con determinazione.
La lotta per la giustizia
Elie Sultan ha chiaramente espresso il suo desiderio di intraprendere una battaglia legale per ottenere giustizia. Non intende permettere che i colpevoli di questa aggressione rimangano impuniti. La sua lotta, ha sottolineato, non è solo per se stesso, ma per l’intera comunità ebraica italiana , che si trova a fronteggiare un clima di crescente odio. Sultan ha messo in evidenza l’importanza di combattere contro l’ antisemitismo , un fenomeno che sembra crescere in Europa.
Un appello alla politica
Oltre a raccontare la sua esperienza, ha lanciato un appello alla politica. Sultan ha espresso la sua delusione per la mancanza di solidarietà ricevuta sia dal governo francese che da quello italiano. Ha sottolineato che una condanna chiara e forte degli atti di antisemitismo potrebbe fungere da deterrente per futuri episodi di violenza. “Chi compie aggressioni antisemite non deve sentirsi autorizzato a farlo senza temere conseguenze”, ha affermato con fermezza.
Situazione attuale e prospettive future
Quando gli è stato chiesto se l’Italia rappresenti un luogo pericoloso per gli ebrei, Sultan ha risposto che la situazione è preoccupante non solo in Italia, ma in tutta Europa. Ha invitato i giornalisti a fare la loro parte per proteggere la comunità ebraica, sottolineando l’importanza di non alimentare l’odio antiebraico. Nonostante l’aggressione subita, Sultan ha pianificato di tornare in Italia per riunirsi con la figlia maggiore a Milano e ha ricevuto un invito dal presidente della comunità ebraica di Roma per trascorrere un fine settimana insieme alla sua famiglia a settembre.
Determinazione e identità
Riguardo alla kippah, Sultan ha affermato con decisione: “Non ho intenzione di toglierla. Sono nato ebreo e lascerò questo mondo da ebreo, con grande orgoglio”. La sua determinazione a continuare a indossare il simbolo della sua fede è un chiaro segno della sua resilienza e del suo impegno a combattere l’antisemitismo. La sua storia è un richiamo alla lotta contro l’odio e alla difesa dei diritti di ogni individuo, un messaggio che risuona forte e chiaro in un’Europa che deve affrontare sfide sempre più complesse.