"Avvertenza sull'assunzione prolungata di farmaci e rischio di linfoma di Hodgkin."
l'assunzione prolungata di questo farmaco nel 2025 è associata a un aumento del rischio di linfoma di Hodgkin, è importante consultare il medico per valutare i rischi

Attenzione: l’assunzione prolungata di questo farmaco può favorire il linfoma di Hodgkin.

Fai attenzione a ciò che prendi: l’uso prolungato di alcuni farmaci potrebbe comportare un serio rischio per la tua salute, incluso lo sviluppo del linfoma di Hodgkin.

Identificare i segnali del linfoma di Hodgkin

Quando si discute di effetti collaterali, spesso si pensa a disturbi lievi o temporanei. Tuttavia, esistono situazioni in cui l’assunzione continuativa di un farmaco può esporre a pericoli ben più gravi. È il caso del linfoma di Hodgkin, un tumore che colpisce il sistema linfatico e che, in alcuni soggetti, può essere favorito dall’uso prolungato di immunosoppressori o da condizioni di immunodeficienza. Sebbene sia una malattia rara, ignorarne i segnali può portare a conseguenze gravi.

Primi sintomi del linfoma di Hodgkin

Il linfoma di Hodgkin si sviluppa nei linfociti, le cellule del sangue fondamentali per il nostro sistema immunitario. La sua peculiarità rispetto ad altri linfomi è la presenza della cellula di Reed-Sternberg, una cellula tumorale anomala facilmente identificabile tramite una biopsia linfonodale.

I primi sintomi possono facilmente essere confusi con quelli di altre malattie. I pazienti frequentemente segnalano linfonodi ingrossati, in particolare al collo, sotto le ascelle o all’inguine. Altri segnali includono febbre persistente senza cause apparenti, sudorazioni notturne abbondanti, perdita di peso non intenzionale e una stanchezza cronica. Un sintomo specifico, ma poco conosciuto, è il dolore temporaneo dei linfonodi dopo l’assunzione di alcol.

Rischi associati e diagnosi

Se stai assumendo farmaci immunosoppressori per un lungo periodo, come nel caso di pazienti sottoposti a trapianto o affetti da malattie autoimmuni come lupus o artrite reumatoide, è cruciale non trascurare questi segnali. Anche l’infezione da HIV o il virus di Epstein-Barr possono incrementare il rischio di sviluppare il linfoma di Hodgkin.

Se ti riconosci in una delle categorie a rischio o noti sintomi sospetti, il passo successivo è parlarne immediatamente con il tuo medico. Non aspettare che “passi da solo”. È consigliabile effettuare un controllo clinico e analisi del sangue per verificare eventuali anomalie nei globuli bianchi o segnali infiammatori. Esami di imaging come TC o PET/TC possono rivelarsi utili per identificare l’ingrossamento dei linfonodi anche in aree profonde come il torace o l’addome. Infine, la biopsia linfonodale è l’unico esame in grado di confermare con certezza la presenza del linfoma di Hodgkin.

Importanza della diagnosi precoce

La diagnosi precoce è essenziale: nella maggior parte dei casi, un trattamento combinato di chemioterapia e radioterapia può portare a una guarigione completa, soprattutto se la malattia viene individuata nelle fasi iniziali (I o II). I tassi di guarigione superano il 90% nei casi meno avanzati. Anche dopo il trattamento, è fondamentale mantenere un attento monitoraggio medico.