Jensen Huang, co-fondatore e CEO di Nvidia, ha recentemente attirato l’attenzione globale. La sua storia, che inizia nel 1973 con la partenza da Taiwan verso gli Stati Uniti senza conoscere l’inglese, rappresenta un esempio straordinario di come la determinazione e la visione possano cambiare il destino di un individuo e dell’intera industria tecnologica. Oggi, Nvidia è riconosciuta come l’azienda più preziosa del mondo, un traguardo raggiunto da Huang grazie a un’idea concepita in un diner per pochi dollari.
Dalla difficoltà alla resilienza
La vita di Huang è stata tutt’altro che semplice. Cresciuto tra Taiwan e Bangkok, si trasferì nello Stato di Washington per vivere con dei parenti. Un malinteso lo portò a iscriversi al Oneida Baptist Institute in Kentucky, un collegio per ragazzi problematici. Qui, il giovane Jensen si trovò a lavare bagni e stoviglie, un’esperienza che gli insegnò il valore della resilienza. Dopo due anni, i suoi genitori si trasferirono in Oregon, dove Huang si distinse al liceo di Aloha, saltando addirittura due classi grazie ai suoi eccellenti risultati in matematica e scienze. Non solo un talento accademico, ma anche un campione nazionale di ping-pong, tanto da comparire su Sports Illustrated a soli 14 anni. Con un budget familiare limitato, decise di iscriversi all’Oregon State University, dove si laureò in ingegneria elettrica, gettando le basi per la sua futura carriera.
La nascita di Nvidia: un’idea in un diner
Negli anni successivi, Huang si trasferì nella Silicon Valley, dove lavorò come progettista di chip per AMD e LSI Logic. Fu in questo ambiente che conobbe Chris Malachowsky e Curtis Priem. Insieme, nel 1993, fondarono un’azienda destinata a rivoluzionare il mondo della grafica computerizzata. Con un capitale iniziale di soli 600 dollari, le prime riunioni si tenevano in un diner di East San José, dove Huang aveva lavorato come cameriere. Inizialmente chiamata NVision, l’azienda cambiò nome in Nvidia, un richiamo alla parola latina “invidia”, con l’intento di far “invidiare” i concorrenti. La missione era chiara: progettare GPU per il settore videoludico. Nel 1999, Nvidia debuttò a Wall Street, guadagnandosi rapidamente la reputazione tra gli appassionati di videogiochi. La vera svolta si ebbe quando Huang comprese il potenziale delle GPU nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
L’esplosione del valore di Nvidia
Negli ultimi anni, Nvidia ha vissuto un’ascesa senza precedenti. Nel giugno 2024, la sua capitalizzazione di mercato superava i 3.000 miliardi di dollari, e un anno dopo aveva già superato i 4.400 miliardi, superando la somma delle borse di Londra e Francoforte. I chip Nvidia sono diventati il cuore pulsante dell’intelligenza artificiale generativa, della guida autonoma e del calcolo ad alte prestazioni a livello globale. Con un patrimonio personale di circa 158 miliardi di dollari, Jensen Huang è oggi uno degli uomini più ricchi del mondo e un leader influente nel settore tecnologico. Le sue recenti dichiarazioni indicano una nuova frontiera: l’integrazione delle GPU tradizionali con i computer quantistici, aprendo a scenari inediti per la ricerca e l’industria. Tuttavia, non mancano le sfide, come le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che hanno portato all’introduzione di dazi sui chip. Ma Huang non sembra preoccuparsi: per lui, la prossima rivoluzione industriale è già in corso, e Nvidia ne sarà l’architrave.
Un’eredità che va oltre la tecnologia
La storia di Jensen Huang è un racconto di emigrazione, sacrificio e genio imprenditoriale. Dalla pulizia dei bagni in un collegio in Kentucky alla guida della più grande azienda del mondo, il suo percorso dimostra come la determinazione possa trasformare le difficoltà in opportunità. Oggi, Nvidia non è solo un colosso finanziario, ma un laboratorio di innovazione che ridefinisce i confini del possibile. Il suo nome è destinato a rimanere impresso non solo nei listini di Wall Street, ma anche nella memoria di chi vede nella tecnologia un motore di cambiamento epocale. La storia di Huang non è solo un capitolo del sogno americano; è un promemoria universale che anche le origini più umili possono diventare l’incipit di una rivoluzione.