"Dal 2026 in Italia, cambio fornitore energia in 24 ore: novità e vantaggi"
cambiare fornitore di energia in italia sarà semplice e veloce dal 2026: solo 24 ore per il passaggio

Dal 2026 in Italia cambiare fornitore di energia sarà facile: solo 24 ore per il passaggio

A partire dal 1° gennaio 2026, l’Italia si prepara a un cambiamento radicale nel settore energetico. Cambiare fornitore di energia elettrica diventerà un’operazione semplice e veloce, con un’attesa di appena 24 ore. Questa innovazione, promossa dall’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), fa parte di una riforma destinata a semplificare le procedure di switching, in conformità con la direttiva europea 2019/244. L’obiettivo è chiaro: rendere il processo più agile, incentivare la concorrenza e facilitare l’accesso dei consumatori alle offerte più vantaggiose. Tuttavia, non tutti gli operatori del settore accolgono con entusiasmo questa novità.

Attualmente, il cambio di operatore richiede da uno a due mesi, con attivazioni che avvengono generalmente il primo giorno del mese. Se la richiesta è presentata entro il 10, il passaggio avviene il mese successivo; in caso contrario, si posticipa. Con l’introduzione della nuova normativa, questo meccanismo sarà completamente rivoluzionato. Tuttavia, ci sono timori che questa rapidità possa generare problematiche significative.

Il rischio del turismo energetico

La possibilità di un cambio immediato di gestore ha sollevato preoccupazioni tra i fornitori. Alcuni operatori avvertono che una procedura così rapida potrebbe incentivare comportamenti scorretti, in particolare da parte di clienti morosi. Il timore è che si verifichi un aumento del fenomeno noto come turismo energetico, con utenti che cambiano fornitore per evitare di pagare bollette arretrate, sfruttando la velocità del nuovo sistema. Questa dinamica, già presente nel settore, potrebbe diventare difficile da gestire.

Con la delibera 117/2025/R/eel, l’Autorità ha concluso la fase di consultazione pubblica, raccogliendo osservazioni da diverse associazioni di operatori e consumatori. Tra le proposte emerse, si è discusso di introdurre un numero massimo di cambi all’anno o di richiedere una cauzione preventiva per chi desidera cambiare gestore. Queste misure sono pensate per limitare gli abusi e garantire una maggiore stabilità al sistema.

Il quadro definitivo delle nuove regole sarà pronto entro luglio 2025, quando l’Arera dovrà stabilire le “regole funzionali alla gestione del nuovo processo”. La sfida sarà trovare un equilibrio tra velocità, tutela dei consumatori e protezione degli operatori, un compito non semplice. I fornitori temono di dover affrontare una gestione caotica delle richieste e chiedono interventi correttivi prima dell’entrata in vigore della norma.

Giovani più attivi, ma la burocrazia resta un ostacolo

Secondo il Rapporto di monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio pubblicato dall’Arera nel febbraio 2025, il 19,2% dei clienti ha cambiato operatore tra gennaio e settembre 2024. Questo dato sale al 28,9% tra i giovani di età compresa tra 18 e 29 anni, che si dimostrano i più attivi e sensibili al tema del risparmio energetico. Tuttavia, questi numeri sono ancora bassi rispetto al potenziale. La ragione principale di questa situazione è la burocrazia.

Il processo attuale è complesso e richiede letture del contatore, compilazione di documenti, verifiche anagrafiche e notifiche formali. Anche chi desidera cambiare spesso si trova costretto a rinunciare. La nuova riforma punta a semplificare tutto questo, ma c’è il rischio che, concentrandosi solo sulla velocità, si trascuri il problema strutturale dell’accessibilità del sistema. Senza una vera semplificazione, la procedura potrebbe rimanere ostica per molti.

Un altro aspetto critico è la scarsa informazione. Molti utenti non conoscono nemmeno le differenze tra il mercato libero e il mercato tutelato, né sanno orientarsi tra tariffe fisse, variabili o le offerte PLACET. Un passaggio rapido sarà efficace solo se accompagnato da una campagna informativa seria e da strumenti chiari per confrontare le proposte disponibili.

C’è il rischio che una parte della popolazione, in particolare quella meno digitalizzata o più anziana, venga esclusa dalla possibilità di sfruttare la concorrenza. Pertanto, è fondamentale che la riforma intervenga anche su questi aspetti per garantire un accesso equo a tutti.