Il malessere dei giovani nei confronti del clima sta emergendo come un argomento di crescente rilevanza nel 2025. Questa generazione si sente spesso intrappolata in un contesto di incertezze, e le accuse rivolte ai boomer si manifestano come un modo per esprimere frustrazione e ansia per il futuro. Questo fenomeno, conosciuto come boomer blaming, va oltre il semplice sfogo: è un lutto collettivo per un avvenire che sembra sempre più incerto.
Rabbia e lutto anticipatorio: Il dolore dietro le accuse
Durante le sedute di psicoterapia, molti professionisti hanno riscontrato un tema ricorrente tra i giovani: un profondo senso di delusione non solo verso singoli individui, ma verso l’intero sistema. La rabbia espressa non è fine a se stessa; rappresenta un segnale di un dolore collettivo che affligge questa generazione. Gli esperti parlano di lutto anticipatorio, un concetto che descrive la consapevolezza che i sogni e le aspirazioni potrebbero non realizzarsi mai.
Un’indagine recente pubblicata su *The Lancet Planetary Health* ha rivelato dati preoccupanti: su un campione di 10.000 giovani tra i 16 e i 25 anni, l’84% si dichiara preoccupato per il cambiamento climatico, mentre il 75% prova paura per il futuro. Inoltre, l’83% degli intervistati ritiene che le generazioni precedenti non abbiano fatto abbastanza per proteggere il pianeta. Accanto a rabbia e frustrazione, emergono sentimenti di tristezza, impotenza e un diffuso senso di tradimento nei confronti di governi e istituzioni.
Dalla consapevolezza alla costruzione di nuove prospettive
Il percorso di crescita psicologica per i giovani non si limita a riconoscere la propria rabbia; è essenziale porsi la domanda: *“E ora?”* Accettare la perdita di un modello di vita idealizzato, come la casa di proprietà o la stabilità economica, non implica arrendersi, ma piuttosto riconoscere i limiti e cercare nuovi significati.
Molti terapeuti incoraggiano i giovani a spostare l’attenzione da ciò che non possono ottenere a ciò che possono ancora costruire. Nuove forme di comunità, stili di vita alternativi e progetti legati alla sostenibilità sono solo alcune delle opportunità che si presentano. È fondamentale, però, non idealizzare il passato: ogni epoca ha affrontato le proprie sfide e, sebbene oggi ci troviamo in un contesto fragile, disponiamo di strumenti culturali e linguistici più ricchi per affrontare le problematiche attuali.
In questo contesto, il boomer blaming diventa una chiave di lettura per comprendere un disagio generazionale complesso. La vera sfida non consiste nell’eliminare la rabbia, ma nel trasformarla in un’energia creativa, capace di plasmare un futuro che, sebbene incerto, può essere vissuto come proprio.