Herbie Hancock ha fatto il suo ingresso trionfale a Udine, incantando il pubblico con un concerto indimenticabile al Castello, nell’ambito della 35ª edizione del festival Udin&Jazz. La serata del 10 luglio 2025 è stata tra le più attese dell’intero evento, e il rinomato pianista statunitense ha subito espresso il suo entusiasmo per la location, descrivendola come un “bellissimo posto”.
Un’esibizione di talento e passione
Accompagnato da una band di musicisti di grande talento, tra cui il virtuoso Terence Blanchard alla tromba, James Genus al basso, Lionel Loueke alla chitarra e Jaylen Petinaud alla batteria, Hancock ha regalato un concerto carico di intensità e varietà. Nonostante una leggera pioggia che ha preceduto l’esibizione, l’atmosfera si è rapidamente riscaldata grazie alla sinergia e all’interazione tra i musicisti. Il pianista ha saputo mettere in risalto le abilità dei suoi compagni, concedendo loro ampio spazio per assoli e momenti di improvvisazione che hanno lasciato il pubblico senza parole.
Riflessioni sul jazz e il suo futuro
Durante il concerto, Hancock ha condiviso le sue riflessioni sul futuro del jazz, affermando con sicurezza: “Non so quale futuro attenda il jazz, ma di sicuro non è morto”. Tra i brani eseguiti, ha reso omaggio al sassofonista Wayne Shorter, scomparso nel 2023, con l’esecuzione di “Footprints”. Non è mancata una nota nostalgica con “Actual Proof”, un brano che ha ricordato di aver registrato con gli Headhunters molti anni fa, riportando il pubblico indietro nel tempo.
Interazione e messaggi di unità
La performance ha alternato momenti di grande tecnica a sezioni più groove e sperimentali. Utilizzando un sintetizzatore vocale, Hancock ha interagito direttamente con il pubblico, ponendo domande sul numero di famiglie presenti sulla Terra e sottolineando l’importanza di prendersi cura gli uni degli altri, nonostante le differenze. “Anche se non ti piacciono alcuni familiari, li aiuti lo stesso, perché li ami. Dovremmo fare lo stesso con tutti gli abitanti del pianeta”, ha affermato, lasciando il pubblico in contemplazione.
Un finale indimenticabile
Il concerto si è concluso con un medley energico che ha incluso i brani “Hang Up Your Hang Ups”, “Rockit” e “Spider”. L’assolo al keytar ha suscitato un grande entusiasmo tra i presenti, che hanno accolto l’artista con applausi calorosi. Prima di congedarsi da Udine, Hancock ha lasciato un messaggio toccante al pubblico: “Ogni essere umano è speciale. Ciascuno di voi è speciale e prezioso”, lasciando aperta la possibilità di un futuro ritorno.