Il 2025 si sta rivelando un anno eccezionale per la creatività digitale in Italia, grazie a un fenomeno che ha conquistato i social media: l’Italian brainrot. Questa espressione, che può sembrare strana, racchiude un universo di creature digitali con nomi eccentrici come Trallallero Trallalà, Tung Tung Tung Sahur e Trippi Troppi, Troppa Trippa. Queste creazioni, spesso accompagnate da suoni e filastrocche provocatorie, non solo hanno catturato l’immaginazione degli utenti, ma sono diventate un simbolo della creatività italiana, raggiungendo un pubblico globale.
Le origini del brainrot italiano
Il termine brainrot, traducibile in italiano come “marciume cerebrale”, è usato per descrivere contenuti che potrebbero apparire superficiali o privi di significato. Tuttavia, secondo Francesco Toniolo, professore universitario e esperto in comunicazione digitale e videogiochi, l’Italian brainrot ha assunto una connotazione positiva, trasformandosi in un modo per ridere di se stessi. Toniolo sottolinea che questi personaggi, pur nella loro apparente semplicità, sono il risultato di un processo creativo non convenzionale. Se Filippo Tommaso Marinetti fosse vissuto oggi, avrebbe probabilmente apprezzato queste opere, che avrebbero potuto trovare spazio nei manuali scolastici. Immaginate le poesie futuriste diffuse su piattaforme come TikTok: avrebbero suscitato scandalo tra i giovani, ma oggi il brainrot riesce a mescolare umorismo e provocazione in modo unico.
Il successo virale e il collezionismo
L’attrattiva di queste creature digitali non si limita alla loro natura ludica; c’è anche un forte elemento di collezionismo. Toniolo evidenzia come, similmente ai Pokémon, le aziende abbiano iniziato a produrre carte collezionabili, pupazzi e gadget ispirati a queste creazioni. Questo ha contribuito a costruire una comunità attorno all’Italian brainrot, creando un forte senso di appartenenza tra i fan. L’elemento di anonimato degli autori ha ulteriormente arricchito la mitologia collettiva, rendendo ogni personaggio ancora più intrigante e desiderato. La possibilità di collezionare e scambiare questi oggetti ha trasformato il brainrot in un autentico fenomeno culturale.
L’attrattiva del politicamente scorretto
Un altro aspetto che ha contribuito al successo di queste creazioni è il loro carattere politicamente scorretto. Sebbene oggi questo elemento sia meno prominente, le prime incarnazioni del brainrot erano spesso accompagnate da filastrocche ricche di insulti e provocazioni. Questi contenuti, sebbene potessero risultare incomprensibili per un pubblico internazionale, hanno colpito nel segno tra i giovani italiani, attratti da un mix di umorismo e provocazione. Questo approccio ha reso l’Italian brainrot un fenomeno unico, capace di stimolare la creatività in un contesto digitale in continua evoluzione.