La recente votazione del Parlamento Europeo riguardante la revisione della Direttiva pacchetti turistici ha suscitato un forte allarme tra le associazioni italiane operanti nel turismo organizzato. Entità come Aiav, Aidit, Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Viaggi, Fiavet, Fto Confcommercio e Maavi Conflavoro hanno manifestato preoccupazioni significative riguardo alle nuove normative, ritenute dannose tanto per le aziende del settore quanto per i viaggiatori. Le associazioni parlano di una “miopia europea” che potrebbe incrementare gli abusi e generare squilibri nel mercato turistico.
Le nuove norme e il loro impatto sulle PMI
Le critiche rivolte al Parlamento Europeo non sono mancate, con accuse di non aver considerato adeguatamente le ripercussioni delle nuove normative sulle piccole e medie imprese. Gli oneri e i requisiti imposti sono percepiti come eccessivi, spingendo i consumatori verso canali meno regolamentati, privi di garanzie. Un caso emblematico è il meccanismo dei pacchetti “click through”, che risulta complesso e poco trasparente, aumentando il rischio di favorire operatori abusivi e piattaforme online extraeuropee.
In aggiunta, si evidenzia una mancanza di uniformità tra i vari settori. Nel trasporto aereo, ad esempio, non esiste un fondo di garanzia per l’insolvenza, nonostante i numerosi fallimenti che hanno colpito il settore. Al contrario, tour operator e agenzie devono sostenere costi elevati per garantire la loro operatività. La nuova direttiva obbliga queste imprese a farsi carico dei rischi legati a eventi eccezionali come guerre, pandemie o disastri naturali, anche se riguardano la zona di partenza del viaggio. Le associazioni considerano questa richiesta fuori luogo e irragionevole.
Concorrenza sleale e truffe digitali nel settore turistico
Un altro tema di grande attualità è l’aumento delle truffe digitali nel settore turistico. Sempre più individui si spacciano per influencer o “travel designer”, vendendo pacchetti senza rispettare gli obblighi fiscali o assicurativi. Questo fenomeno crea una concorrenza sleale che danneggia le aziende regolarmente registrate e controllate. Le associazioni hanno criticato l’Europa per non aver affrontato questi problemi nella revisione della direttiva, concentrandosi invece su norme che aggravano la situazione di aziende già provate dalla pandemia e dal fallimento di Thomas Cook.
Richiesta di intervento al Governo italiano
Le associazioni hanno già presentato al Ministero del Turismo analisi dettagliate, proposte di modifica e correzioni al testo della direttiva. La richiesta è chiara: il Governo italiano e il ministro del Turismo devono intervenire con decisione nelle trattative finali tra Parlamento, Consiglio e Commissione Europea. In gioco non c’è solo la salvaguardia delle imprese, ma anche la qualità e la sicurezza dei viaggi, il lavoro e la credibilità internazionale dell’Italia. Difendere il turismo organizzato significa proteggere l’intero sistema turistico italiano, dai lavoratori alle imprese, fino ai consumatori.