Secondo un’analisi recente della Cgia di Mestre, il carico fiscale che grava su una famiglia italiana tipo è davvero impressionante. Nel 2025, una famiglia composta da due genitori lavoratori dipendenti e un figlio a carico si troverà a dover versare oltre 20.000 euro in tasse. Questo dato, frutto dell’indagine dell’Ufficio studi della Cgia, si basa su informazioni ufficiali fornite dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Ciò che sorprende è che la maggior parte di queste imposte viene prelevata automaticamente dagli stipendi, rendendo il peso fiscale quasi invisibile per i contribuenti. Infatti, solo una piccola parte, poco più di 640 euro (circa il 3% del totale), viene versata direttamente tramite metodi tradizionali come contanti o pagamenti online. La maggioranza delle tasse, invece, è trattenuta alla fonte o inclusa nei prezzi di beni e servizi, rendendo difficile per i cittadini rendersi conto dell’effettivo carico fiscale che sostengono.
Il Peso Delle Tasse Invisibili Sulla Famiglia Tipo
L’analisi della Cgia si concentra su una famiglia con un reddito Isee di 22.834 euro, proprietaria di un’abitazione di 110 metri quadrati e di due auto. Per calcolare le addizionali Irpef, sono state utilizzate le aliquote nazionali medie, mentre per la Tari è stata applicata quella vigente nel Comune di Milano.
Le tasse trattenute alla fonte, che comprendono ritenute Irpef, contributi previdenziali e addizionali Irpef, ammontano a ben 12.504 euro, pari al 61,8% dell’intero carico fiscale. A questa cifra si aggiungono le cosiddette tasse “nascoste”, come l’Iva, le accise su carburante, gas ed elettricità, il contributo sanitario legato all’Rc auto, l’imposta sull’Rc auto e il canone Rai. Queste tasse invisibili rappresentano ulteriori 7.087 euro, corrispondenti al 35% del totale, portando la somma complessiva delle imposte non percepite direttamente a 19.591 euro, che costituiscono il 96,8% del carico fiscale complessivo.
Questa struttura fiscale rende complesso per i cittadini comprendere appieno l’entità delle imposte che sostengono, poiché la maggior parte di esse viene trattenuta automaticamente o nascosta nei prezzi dei beni e servizi.
Per i lavoratori autonomi, la situazione è ben diversa. Questi ultimi devono versare personalmente gran parte delle imposte, comprese Irpef e contributi previdenziali. Secondo l’Ufficio studi della Cgia, questo approccio porta a una maggiore consapevolezza del peso fiscale. Infatti, quando un contribuente paga direttamente le imposte, percepisce in modo più tangibile l’onere economico del fisco, a differenza di chi subisce il prelievo direttamente in busta paga, che tende a percepirlo in modo più astratto e meno doloroso.
Questa differenza psicologica ha un impatto significativo sulla consapevolezza e sulla percezione dell’onerosità fiscale, influenzando la visione generale del sistema tributario.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) riveste un ruolo cruciale in questo contesto, essendo l’ente governativo responsabile della gestione delle entrate e delle uscite dello Stato, della politica economica e finanziaria e del coordinamento della politica di bilancio. La struttura ministeriale è articolata in vari dipartimenti, tra cui quello delle finanze, che si occupa della normativa tributaria e della gestione fiscale.
Inoltre, il MEF coordina le ragionerie territoriali, che hanno il compito di controllare e vigilare sull’uso corretto delle risorse pubbliche, interfacciandosi con enti e amministrazioni locali. Attualmente, il ministro è Giancarlo Giorgetti, in carica dal 2022, che guida le strategie fiscali e di gestione economica del Paese.