"Madri del Leoncavallo esprimono preoccupazioni per il futuro del centro sociale a Milano"
madri del leoncavallo esprimono preoccupazioni per il futuro del centro sociale a milano nel 2025, evidenziando l'importanza della comunità e della cultura

Madri del Leoncavallo esprimono preoccupazioni per il futuro del centro sociale milanese

Marina Boer, presidente dell’associazione Mamme antifasciste, si è presentata il 9 settembre 2025 davanti al centro sociale Leoncavallo, situato in via Watteau a Milano, con un’espressione di chiara agitazione e rabbia. La situazione era carica di tensione: un imponente schieramento di forze dell’ordine bloccava l’accesso, impegnato nell’esecuzione di uno sfratto atteso da tempo. Con un tono di sconforto, Boer ha commentato: “Una delegazione di Fratelli d’Italia è andata a Roma per chiedere di anticipare lo sfratto. Sapevamo che era una possibilità concreta, ma speravamo di arrivare a settembre”.

Le radici del Leoncavallo

La storia del Leoncavallo è segnata da eventi significativi che risalgono al 1978, anno in cui il centro è nato come risposta alla tragica morte di Fausto e Iaio. Ufficialmente registrato nel 1989, il centro ha affrontato numerosi sgomberi e sfide nel corso degli anni. Anche se alcune delle fondatrici, come Carmen De Mil, insignita dell’Ambrogino d’oro alla memoria nel 2022, non sono più tra noi, Boer continua a nutrire la speranza che il Leoncavallo possa resistere, nonostante le crescenti difficoltà.

Un raduno di ricordi e speranze

Davanti al Leoncavallo, un gruppo di manifestanti si è riunito, molti dei quali portano i segni del tempo sul viso. Alcuni giovani, seduti a terra, si divertivano a giocare a carte, mentre altri rievocavano ricordi di epoche passate, come nel 1989, quando la resistenza allo sgrondo era stata particolarmente forte. Luca Ghezzi, un esponente storico del centro, ha ricordato: “Allora abbiamo fatto resistenza attiva. Dopo la demolizione parziale, siamo rientrati e abbiamo ricostruito tutto, riportando vita al centro fino allo sgrondo definitivo nel 1994”.

Il Leoncavallo come punto di riferimento sociale

Nel corso degli anni, il Leoncavallo ha rappresentato un’importante realtà di aggregazione sociale. Ghezzi ha elencato le varie iniziative, come l’asilo sociale autogestito e i corsi di italiano per stranieri, sottolineando l’importanza di creare spazi di socializzazione privi della mercificazione del divertimento. Il centro ha anche fornito pasti a chi si trovava in difficoltà economiche e ha accolto i senzatetto durante i rigori invernali.

La visione di Boer per il futuro

Boer ha ribadito l’importanza del Leoncavallo, definendolo un luogo che per cinquant’anni ha promosso relazioni sociali alternative e attività culturali innovative. “Abbiamo cercato di dimostrare che è possibile gestire uno spazio in modo diverso rispetto alla crescente speculazione urbana”, ha affermato. Attualmente, si sta portando avanti una trattativa con il Comune per l’area di via San Dionigi, con la speranza che Palazzo Marino pubblichi un bando per la ristrutturazione, consapevoli delle ingenti risorse necessarie.

Le sfide che attendono il Leoncavallo

Ghezzi ha espresso preoccupazione per le difficoltà nel trovare nuovi spazi alternativi. Nonostante ciò, Boer ha concluso con determinazione: “Quello che abbiamo costruito negli anni è indipendente dai luoghi fisici. Continueremo a portare avanti le nostre attività culturali e politiche, ovunque ci troviamo”.