Le Dolomiti e la Val d’Orcia sono due tra le più preziose gemme del patrimonio italiano, ma oggi si trovano a fronteggiare una sfida crescente: il turismo di massa. In questo scenario, Michil Costa, albergatore e ambientalista attivo in queste regioni, ha proposto un’idea audace per tutelare la bellezza di questi luoghi. Nel suo libro, intitolato “FuTurismo”, Costa presenta un modello innovativo che prevede l’istituzione di zone a traffico limitato (ZTL) e la necessità di prenotazioni anticipate, fino a sette anni prima della visita.
La visione di Costa per le Dolomiti
Costa, gestore di strutture ricettive tra le Dolomiti e la Val d’Orcia, ha evidenziato l’urgenza di implementare una ZTL per combattere il sovraffollamento. Secondo lui, senza un controllo rigoroso degli accessi, il turismo rischia di diventare insostenibile, causando danni irreparabili all’ambiente e alla qualità della vita dei residenti. La sua proposta non si limita a una semplice restrizione, ma rappresenta una strategia fondamentale per garantire un’esperienza turistica di alta qualità, piuttosto che un mero incremento del numero di visitatori.
Immaginate di dover pianificare una visita in queste splendide località con anni di anticipo. Questo è esattamente ciò che Costa suggerisce: un sistema di prenotazione anticipata che non solo seleziona i visitatori, ma riduce anche l’afflusso nei periodi di alta stagione. La ZTL diventa, quindi, un’opportunità per preservare l’unicità di questi luoghi, promuovendo un turismo più esclusivo e sostenibile.
Il fenomeno dell’overtourism e le sue conseguenze
Il fenomeno dell’overtourism è sempre più evidente e le Dolomiti, patrimonio dell’UNESCO, non fanno eccezione. Queste aree stanno subendo un incremento dell’inquinamento acustico, un consumo eccessivo delle risorse naturali e danni ambientali significativi. Costa sottolinea la mancanza di servizi adeguati, come infrastrutture digitali moderne e una gestione sostenibile, che potrebbero alleviare l’impatto del turismo di massa.
Secondo Costa, le politiche locali e nazionali hanno una responsabilità diretta nella gestione di questa crisi, spesso influenzate da interessi elettorali piuttosto che dalla salvaguardia del territorio. È essenziale stabilire regole chiare per proteggere le aree più vulnerabili, garantendo che le comunità locali non vengano sacrificate per motivi economici. Le sue proposte si collocano in un contesto più ampio, evidenziando l’urgenza di rivedere i modelli di sviluppo, passando da una logica quantitativa a una qualitativa.
Un nuovo modello di turismo responsabile
Costa abbraccia il concetto di Economia del Bene Comune nella gestione dei suoi hotel, enfatizzando la sostenibilità ambientale, la giustizia sociale e la cooperazione, piuttosto che il profitto a tutti i costi. È convinto che un turismo responsabile possa contribuire a preservare le aree di interesse, trasformando ogni visita in un’opportunità di scambio e valorizzazione reciproca tra ospiti e luoghi.
Nel suo libro, Costa non considera il turismo semplicemente come un flusso di visitatori, ma come un’opportunità per creare legami significativi con il territorio e le comunità locali. Limitare il numero di turisti è parte integrante di questo equilibrio, poiché aiuta a prevenire il degrado ambientale e culturale.
Le idee di Costa si inseriscono in un dibattito più ampio, dove operatori e studiosi cercano soluzioni concrete per un turismo sostenibile e inclusivo. Se attuate, queste proposte potrebbero trasformare il modo in cui le destinazioni italiane accolgono i visitatori, ponendo l’accento sulla qualità dell’esperienza piuttosto che sulla quantità. In un’epoca in cui il turismo deve affrontare sfide senza precedenti, la visione di Michil Costa rappresenta un faro di speranza per un futuro più responsabile e rispettoso del nostro patrimonio naturale.