Il 2025 rappresenta un momento fondamentale per la rinascita delle aree devastate dai terremoti del 2016-2017, con il turismo lento che emerge come una delle soluzioni chiave per il recupero. Nove itinerari, che attraversano paesaggi incantevoli e borghi storici, stanno prendendo forma nell’Appennino centrale, simboleggiando un segnale di speranza e resilienza. Questi percorsi non sono semplici sentieri, ma autentici cammini di rinascita dedicati alla valorizzazione della storia e delle tradizioni locali. Il libro di Chiara Giacobelli, intitolato *“I cammini della rinascita. Tesori nascosti nell’Appennino centrale”*, offre uno sguardo affascinante su queste esperienze, supportate da istituzioni locali e nazionali.
Nove cammini per riscoprire la bellezza dei borghi
La creazione di questi itinerari è una risposta diretta alle cicatrici lasciate dai terremoti. Cammini come il francescano della marca, la via lauretana e il cammino dei cappuccini invitano a esplorare luoghi dove storia e spiritualità si intrecciano. Non si tratta solo di percorsi noti; anche itinerari meno battuti come le terre mutate e il cammino di San Giuseppe da Leonessa stanno guadagnando attenzione, portando alla luce aree spesso dimenticate. Questi cammini rappresentano un’opportunità concreta per rivitalizzare i borghi e contrastare il degrado economico e sociale.
I benefici del turismo lento
Questi nove percorsi non sono semplici vie di passaggio; sono punti di partenza per un progetto di rinascita sociale ed economica. La crescente domanda di turismo sostenibile si sposa perfettamente con l’idea di valorizzare il viaggio come un’esperienza qualitativa. Nelle aree colpite dal sisma, questa strategia mira a combattere lo spopolamento e a creare un legame profondo tra visitatori e comunità locali. L’obiettivo è costruire un’offerta turistica che rispetti l’identità dei luoghi e il loro ambiente, generando un circolo virtuoso di sviluppo.
Un aumento significativo dei camminatori
Secondo il rapporto *“Italia, Paese di cammini”* di Terre di mezzo, il 2024 ha visto un notevole incremento nel numero di appassionati di trekking, superando i 191mila camminatori, con un aumento del 29% rispetto all’anno precedente. Questo trend rappresenta una risorsa preziosa per le comunità colpite dai terremoti, a condizione che vengano sviluppati servizi di ospitalità adeguati.
La rete di accoglienza: un elemento chiave
Attualmente, lungo i cammini del cratere sismico, ci sono circa 70 posti tappa, ma la disponibilità di alloggi è insufficiente per accogliere un numero maggiore di visitatori. Per questo motivo, è stato avviato un piano per potenziare la rete ricettiva, integrando strutture esistenti e promuovendo nuove forme di ospitalità, come agriturismi, locande e case private. Guido Castelli, commissario straordinario per il sisma del 2016, ha sottolineato l’importanza di questa rete per il rilancio turistico. Senza un sistema di supporto adeguato, il flusso di camminatori rischia di non tradursi in benefici concreti per le comunità locali.
Un viaggio tra natura, storia e cultura
I percorsi proposti non solo offrono panorami spettacolari, ma anche testimonianze storiche uniche. Tra i luoghi da non perdere ci sono il ponte tibetano di Sellano, la ciclopedonale del Nera e il museo delle mummie di Ferentillo. Le gole del Velino e i monti circostanti diventano così scenari ideali per camminate che rivelano l’anima profonda dell’Appennino centrale. Questi ambienti incantevoli invitano a una fruizione lenta, permettendo di apprezzare dettagli spesso trascurati da forme di turismo più frenetiche.
Unione di cultura e spiritualità
Il valore di questi itinerari risiede nella loro capacità di integrare percorsi religiosi e laici, rievocando il passato e mostrando la resilienza delle comunità. La via di Francesco e il cammino di San Benedetto sono esempi emblematici di come la spiritualità possa arricchire l’offerta turistica. Questi cammini non solo raccontano storie, ma avviano progetti che coinvolgono le realtà locali e i visitatori in un dialogo attivo e significativo.
Il turismo lento come antidoto all’undertourism
La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha evidenziato come i comuni all’interno del cratere soffrano di undertourism, ovvero un turismo insufficiente rispetto al potenziale dei territori. La creazione di questi cammini ha l’obiettivo di trasformare questa situazione, promuovendo un flusso turistico più equilibrato e rispettoso. Il turismo lento rappresenta un’opportunità per rafforzare il legame tra le persone e i luoghi, valorizzando cultura e tradizioni locali.
Questo approccio si concentra sull’identità e l’appartenenza all’Appennino centrale, proponendo esperienze di viaggio che coinvolgono i visitatori in modo autentico. Camminare diventa così un modo per riscoprire storie e usi di una regione che desidera emergere dalla marginalità. Non si tratta solo di un aspetto economico, ma di costruire legami duraturi tra le persone e le comunità che abitano questi luoghi, favorendo un equilibrio tra turismo e rispetto per l’ambiente.
Il progetto di queste nove passeggiate si propone quindi come un tentativo concreto di restituire vita e significato a territori segnati dalla tragedia, invitando i camminatori a scoprire luoghi rimasti fuori dai circuiti turistici tradizionali e a creare nuovi legami con l’Appennino centrale.