"Immagine che illustra i segnali da riconoscere nei nei sospetti per una diagnosi precoce del melanoma."
"Scopri come riconoscere i nei sospetti e l'importanza della diagnosi precoce per la salute della pelle nel 2025."

“Riconoscere i nei sospetti: segnali da non trascurare e l’importanza della diagnosi precoce”

Il melanoma cutaneo si conferma una delle sfide più rilevanti nel campo dell’oncologia, in particolare per i giovani adulti. Le proiezioni per il 2025 sono eloquenti: in Italia si prevedono circa 12.700 nuove diagnosi, un dato che evidenzia l’urgenza di aumentare la consapevolezza e le misure di prevenzione. Grazie a campagne di sensibilizzazione e a ricerche supportate da fondazioni come AIRC, si stanno compiendo progressi significativi nella battaglia contro questa malattia.

Fattori di rischio e caratteristiche del melanoma

Il melanoma origina dalla trasformazione dei melanociti, le cellule cutanee responsabili della produzione di melanina, il pigmento che ci difende dai raggi ultravioletti (UV). La pelle, il nostro organo più esteso, è costituita da tre strati principali: epidermide, derma e tessuto sottocutaneo. I melanociti, insieme ai cheratinociti, si trovano nell’epidermide e, in condizioni normali, possono dar vita a nei (nevi), quegli agglomerati scuri che osserviamo comunemente sulla pelle.

Un fattore di rischio primario per lo sviluppo del melanoma è l’esposizione eccessiva ai raggi UV, sia naturali che artificiali, come quelli delle lampade abbronzanti. L’esposizione solare intensa durante l’infanzia è particolarmente allarmante, poiché può danneggiare il DNA delle cellule cutanee, con conseguenze che si manifestano solo anni dopo. Altri fattori di rischio comprendono l’insufficienza immunitaria, alcune malattie ereditarie come lo xeroderma pigmentoso, e caratteristiche fenotipiche come pelle chiara, occhi e capelli chiari, presenza di numerosi nei o lentiggini, e familiarità per melanoma o altri tumori cutanei.

Tipologie, sintomi e diagnosi

Il melanoma può svilupparsi su pelle sana o da nevi preesistenti, sia congeniti che acquisiti. Si distinguono clinicamente quattro principali tipologie: il melanoma a diffusione superficiale, che rappresenta circa il 70% dei casi, il lentigo maligna melanoma, il melanoma lentigginoso acrale e il melanoma nodulare, noto per la sua aggressività e crescita invasiva precoce.

Un segnale d’allerta cruciale è la modifica di un neo o la comparsa di uno nuovo. Per valutare la situazione, si applica la regola ABCDE: Asimmetria, Bordi irregolari, Colore variabile, Dimensioni crescenti ed Evoluzione rapida. Altri segnali da tenere in considerazione includono sanguinamento, prurito o arrossamento intorno al neo.

La diagnosi precoce è fondamentale e si avvale di tecniche avanzate come l’epiluminescenza, che migliora l’osservazione delle lesioni cutanee. La conferma definitiva richiede un esame istologico tramite biopsia. Inoltre, l’analisi molecolare permette di identificare mutazioni specifiche nei geni BRAF, MEK o c-KIT, utili per definire prognosi e terapie personalizzate. Esami di imaging come TAC, PET e risonanza magnetica sono impiegati per valutare la diffusione tumorale.

Terapie e innovazioni nel trattamento

Per i melanomi in fase iniziale, la chirurgia rimane il trattamento di prima linea, prevedendo l’asportazione della lesione e di un margine di tessuto sano per garantire la completa rimozione delle cellule tumorali. Nei casi più avanzati, si procede anche alla rimozione dei linfonodi sentinella. Grazie ai progressi scientifici, oggi l’immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico, riducendo drasticamente l’uso della chemioterapia.

Gli inibitori dei checkpoint immunologici rappresentano una frontiera promettente, poiché riattivano il sistema immunitario contro le cellule tumorali. Le terapie mirate agiscono su specifiche mutazioni genetiche, offrendo risultati più efficaci e personalizzati. La radioterapia è indicata soprattutto per metastasi sintomatiche o come trattamento palliativo.

Tra le opzioni più innovative, le terapie loco-regionali, come la perfusione isolata dell’arto e l’elettro-chemioterapia, consentono di somministrare farmaci ad alte dosi in aree limitate, aumentando l’efficacia e riducendo gli effetti collaterali sistemici. Con queste nuove strategie, la lotta contro il melanoma si fa sempre più promettente, ma la prevenzione e la diagnosi precoce restano elementi chiave per affrontare questa malattia.