"Studio italiano sulla prevenzione dell'autismo in gravidanza tramite anticorpi materni."
studio italiano del 2025 analizza come gli anticorpi materni in gravidanza possano contribuire alla prevenzione dell'autismo nei neonati

Uno studio italiano esplora la prevenzione dell’autismo già in gravidanza attraverso anticorpi materni

La recente indagine italiana ha svelato un elemento intrigante e potenzialmente innovativo nella battaglia contro i disturbi dello spettro autistico (ASD). Pubblicato il 31 luglio 2025 sulla rivista “Clinical and Translational Neuroscience”, questo studio ha evidenziato come l’interferenza immunitaria materna possa giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello fetale, aprendo nuove strade per la prevenzione dell’autismo.

Anticorpi materni e sviluppo fetale

Condotta dal dottor Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto di ricerca Altamedica, la ricerca ha coinvolto un team di esperti, tra cui Katia Margiotti, Marco Fabiani e Alvaro Mesoraca. I risultati hanno messo in luce una correlazione tra la presenza di anticorpi specifici nel sangue materno e una carenza di folati nel cervello del feto. Questi anticorpi, noti come Fraa (anticorpi anti-recettore del folato alfa), sembrano ostacolare il trasferimento di folati, nutrienti essenziali per lo sviluppo del sistema nervoso del bambino.

Giorlandino ha chiarito che i folati, conosciuti anche come vitamina B9, sono cruciali per la sintesi del DNA e la crescita delle cellule cerebrali. Normalmente, la madre trasferisce questi nutrienti vitali al feto attraverso la placenta. Tuttavia, la presenza degli anticorpi Fraa può bloccare il recettore necessario per l’ingresso dei folati nel cervello, causando una carenza, anche quando la madre ha livelli adeguati di folati nel sangue. Questo deficit, se si verifica nelle prime fasi della gravidanza, potrebbe contribuire allo sviluppo di disturbi dello spettro autistico o a difficoltà di apprendimento.

Un nuovo approccio alla prevenzione

Questa ricerca offre una prospettiva promettente per la prevenzione dell’autismo. Gli scienziati hanno creato un semplice esame del sangue per le madri, in grado di rilevare la presenza degli anticorpi Fraa. In caso di esito positivo, è possibile intervenire con un tipo speciale di folato, l’acido folinico (calcio folinato), che riesce a superare l’ostacolo creato dagli anticorpi e a raggiungere il cervello del feto. Questo intervento può essere effettuato sia prima che durante la gravidanza, a condizione che il test confermi la presenza di questi anticorpi.

Giorlandino ha sottolineato l’importanza di identificare precocemente gli anticorpi per attuare una terapia preventiva durante la gravidanza. Ritardare l’intervento potrebbe comportare danni irreversibili, ma studi recenti hanno mostrato miglioramenti significativi nei bambini dopo la nascita grazie a terapie appropriate. Questa ricerca rappresenta una vera e propria svolta nella prevenzione dei disturbi dello spettro autistico, che risultano più diffusi rispetto ad altre condizioni per cui vengono effettuati screening di routine.

Impatto dei fattori ambientali

Inoltre, lo studio suggerisce che l’aumento delle malattie autoimmuni nelle donne, influenzato da fattori come inquinamento, dieta, uso di cosmetici e stili di vita, potrebbe spiegare l’incremento dei casi di anticorpi Fraa e, di conseguenza, dei disturbi del neurosviluppo nei bambini. Gli autori concludono che questa ricerca non solo rappresenta un progresso scientifico, ma segna anche un passo fondamentale verso un futuro in cui la prevenzione dell’autismo possa diventare una realtà concreta.

In sintesi, l’analisi condotta in Italia amplia le nostre conoscenze sulle cause dell’autismo e offre strumenti pratici per affrontare questa sfida, promettendo un futuro migliore per le nuove generazioni.